mercoledì 14 settembre 2011

C'era una volta


Manovra, presentato il nuovo testo. Inizia con “C’era una volta”.
Una deroga all’articolo 18 faciliterà i licenziamenti. E ancora non sono passati alle deroghe pesanti.
La manovra è talmente complicata che il commento della Bce è stato: “Venga dotto’!”
Il governo aumenterà l’iva per non alzare le tasse. In pratica ci inculano per non sodomizzarci.
(Grandi proteste per l’aumento dell’iva. Sarà più complicato calcolare l’«…e senza fattura?»)
Il ministro Romani: “Abbiamo dato risposte eccezionali”. Dev’essere per questo che è crollata la domanda.
In tutta Italia agitazione della Cgil. Poco mossi gli altri sindacati.
Anche Vasco Rossi sostiene lo sciopero. Ah no, quella è la Camusso.
Lavoratori in piazza, la parola d’ordine è “futuro”. Perché non verrebbe mai in mente a nessuno.
(Ai cortei c’era così tanta gente che quando gli ultimi si sono incamminati la manovra era già completamente diversa)
La Fiom: “Ci volete schiavi, ci avrete ribelli”. Va bene, ma prima finite quella piramide.
Il Pd scende in piazza senza la componente cattolica. E nessuno lo riconosce.
Hanno partecipato i rappresentanti di Pd, Sel e Idv, ma anche altra gente che normalmente lavora.
Secondo fonti della Cisl, l’adesione di Bersani è stata del 60%.
Bonanni: “Scioperare adesso è demenziale”. Aspettate almeno di essere licenziati.
Bersani, Di Pietro e Vendola sfilano per l’articolo 18. E ora, vogliate ammirare l’articolo 19.
Il segretario del Pd insieme a una marea di persone incazzate e urlanti che si muovono lentamente nel centro di Roma. Era a bordo del 64.
La situazione del pubblico impiego è talmente drammatica che persino gli infiltrati della Digos hanno protestato veramente.
Tanti tricolori su tetti e balconi. Pronti all’insano gesto.
Dalla piazza lanciati appelli a Napolitano, oggi dall’altra parte del monito.
Durante il corteo, Bersani ha raggiunto la Camusso. Appollaiandosi sulla sua spalla.
Bruciate bandiere di Cisl e Uil. I tifosi temono una penalizzazione.
Trasporto pubblico a singhiozzo. Forse ci vuole uno spavento più forte.
A Roma la maggioranza degli autisti non ha lavorato. C’era il matrimonio della nipote di Alemanno.
Napolitano esorta a fare di più. “Per favore, si allontani da questo cantiere”.
A Milano lanciate uova contro la sede di Unicredit. Per le galline servirebbe un domani.
Trecento manifestanti hanno raggiunto piazza Affari. Dopo mezz’ora erano già la metà.
Casini: “La risposta adeguata alla crisi non è lo sciopero generale”. Non entra nelle dieci caselle.
“Paghi chi ha di più e chi non ha mai pagato”. A meno che non coincidano.
Belpietro: “Quando fui licenziato io non scese in piazza nessuno”. Preferirono festeggiare sobriamente.
Di Pietro vorrebbe elezioni subito. Intende proprio nel pomeriggio.
Oggi il governo chiederà la fiducia al Parlamento. E la implorerà ai mercati.


fonte http://www.spinoza.it

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